n. 3/2013

Emmanuele Massagli Inflazione e contrattazione salariale: inquadramento storico e prospettive evolutive dell’indice IPCA


Inflazione e contrattazione salariale: inquadramento storico e prospettive evolutive dell’indice IPCA – La produttività è una dimensione essenziale della crescita economica e dell’equilibrio nel mercato del lavoro. La storia delle relazioni industriali italiane dimostra che quando si è perso il nesso tra incrementi retributivi e produttività, considerando il salario una variabile indipendente, si è rallentata la crescita e si è ostacolata la competitività del Paese. L’accordo interconfederale del 22 gennaio 2009 ha introdotto l’indice IPCA come valore previsionale di riferimento per la contrattazione collettiva nazionale. Pur essendo questo indice più adatto a tutelare il potere di acquisto delle retribuzioni rispetto al precedente, il frenetico evolversi della situazione economica nazionale ne ha causato una precoce messa in discussione. Nelle Linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia del 21 novembre 2012 tutte le parti sociali firmatarie hanno concordato che l’IPCA diventi una soglia massima da ponderare con il più generale andamento economico del settore per calcolare gli aumenti salariali contenuti nei rinnovi contrattuali. Invero, lo studio della prassi (i rinnovi dei cinque contratti collettivi di lavoro privato maggiormente diffusi) ha dimostrato che tale indice non è mai stato integralmente utilizzato dai sindacati e dalle associazioni datoriali, ma sempre adattato alle esigenze del tavolo di trattativa, con esiti sempre superiori a quelli calcolabili con la semplice applicazione dell’indice. La regolare pattuizione di incrementi economici più alti del costo della vita è la prima prova della scarsa incisività del secondo livello di contrattazione, che pure è, a parole, incoraggiato fin dal protocollo Giugni del 1993. La difficile situazione economica attuale, però, rende difficile la distribuzione nazionale della produttività locale, per l’effetto paradossale che questa comporta: protegge le aziende sane e affanna quelle con problemi di bilancio. La crisi può quindi diventare l’occasione per alleggerire il contratto collettivo nazionale e responsabilizzare la contrattazione economica aziendale e territoriale.


Emmanuele Massagli Inflation and Wage-setting: Historical Developments and Future Prospects for the HICP

Productivity is an essential component for economic growth and labour market stability. Indeed, an overview of the historical developments in Italian industrial relations points to slow economic growth and competitiveness if the nexus between salary increases and productivity is neglected on the assumption that pay is an independent variable. The Interconfederal Agreement of 22 January 2009 has introduced the Harmonised Index of Consumer Prices (HICP) to be employed for predictive purposes in national collective bargaining. The HICP is intended to safeguard the salary purchasing power parity, yet the rapid changes in national economy have led many to question its effectiveness. The signatories to the agreement on productivity and competitiveness in Italy of 12 November 2012 (Linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia) stressed the need to refer to the HICP as a threshold to be considered alongside the general economic trend at the time of calculating the salary increases in new collective agreements. Yet past experience – more specifically the five most recent major collective agreements – has shown that the HICP has never been fully implemented by employers’ associations nor by trade unions. Rather, it has been adjusted upward during the negotiation process, thus causing its value to be higher than that arrived at from its simple application. Consenting to wage increases which are higher than the cost of living is further confirmation of the weakness of decentralized bargaining and the failure to encourage this level of bargaining since the conclusion of the 1993 Giugni Protocol. The complex economic situation faced by Italy does not allow for an even distribution of the productivity gains, for, yet paradoxically, this move would help profitable companies while penalizing those with financial problems. The economic crisis might thus serve as an opportunity to review the national industrial relations system, for instance by giving priority to decentralized bargaining over national one.


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