n. 1/2016
Giuseppe Santoro-Passarelli Sulle categorie del diritto del lavoro “riformate”
In questo saggio l’A. esamina le normative del Jobs Act che hanno inciso profondamente sulla disciplina previgente delle categorie più significative del diritto del lavoro: a cominciare dai rapporti tra legge e autonomia collettiva attraverso il ridimensionamento dell’inderogabilità delle norme di legge e delle clausole del contratto collettivo. Quanto alla subordinazione il nuovo legislatore non ha modificato la relativa fattispecie ma ha assegnato all’art. 2, comma 1, d.lgs. n. 81/2015, una funzione di supporto, per includervi i rapporti di falso lavoro autonomo e quelli che si collocano al confine della subordinazione. L’art. 3 dello stesso decreto ha modificato radicalmente la disciplina delle mansioni. Infatti da un lato ha sottratto alla discrezionalità del giudice il giudizio sull’equivalenza delle mansioni e ha considerato il livello di inquadramento indicato dal contratto collettivo e la categoria legale il criterio per consentire la mobilità orizzontale e, d’altra parte, ha ampliato in misura rilevante le ipotesi di adibizione a mansioni inferiori. Il Jobs Act ha ridimensionato il divieto di controllo a distanza sancito dall’art. 4 dello Statuto consentendo di fatto il controllo della prestazione di lavoro attraverso gli strumenti di lavoro come il cell, il tablet, il computer, fatta salva la normativa sulla privacy. L’A. sottolinea inoltre che il d.lgs. n. 23 ha ridotto in misura rilevante l’ambito di applicazione della sanzione della reintegrazione divenuta eccezionale rispetto alla sanzione risarcitoria. E si è soffermato sui rapporti tra il regime delle nullità stabilito dal codice civile in generale per gli atti unilaterali come il licenziamento e le tutele previste dal Jobs Act contro il licenziamento illegittimo. E infine nelle conclusioni l’A. ha messo in evidenza come si rapportano le categorie del diritto civile rispetto alla nuove normative lavoristiche che sono pur sempre speciali, e ha sottolineato il nuovo metodo seguito dal legislatore del Jobs Act che non ha concertato e neppure ha consultato i sindacati prima di emanare queste importanti normative.
Giuseppe Santoro-Passarelli Labour Law and its Reviewed Categories
In this paper the A. examines the Jobs Act regulations that have shaped the previous legislation on the most significant categories of labor law: starting from the relationship between law and collective autonomy through de-escalation of “inderogability” of law and collectively bargained norms. About the subordination, the new legislature has not revised its case, but it has assigned to the art. 2 paragraph 1 of Legislative Decree. N. 81 of 2015, the function to include labor relations of false self-employment and those that are situated on the border of subordination. The art. 3 of the same decree has radically changed the discipline of duty. On one hand removed to the Court’s discretion the judgment on the equivalence of duties and it has considered the level of classification indicated by collective agreement and the legal category as a criterion for allowing horizontal mobility and, on the other hand, it has expanded significantly the possibility of assignment of lower duties. The Jobs act has reduced the prohibition of remote control, set out in art.4 l. 300/1970, allowing de facto control of performance by working tools such as cell, tablet, computer, except for privacy legislation. The A. also underlines that the legislative decree n. 23 has reduced significantly the sphere of the sanction reintegration, of the sanction of reintegration, become an exception to the compensatory sanctions. He focused on the relationship between the system of nullity, established by the Civil Code to unilateral action such as dismissal, and the protections provided by the Jobs Act against unfair dismissal. And finally, in the conclusions he has highlighted how the categories of civil law are related with the new labor legislation that are still a special regulation, and stressed the new approach adopted by the Jobs Act’s legislator that no concerted, and even consulted, unions before adopting these important regulations.