n. 1/2017

Sito: moodle.adaptland.it
Corso: Diritto delle Relazioni Industriali
Libro: n. 1/2017
Stampato da: Utente ospite
Data: giovedì, 21 novembre 2024, 17:19

INDICE


Ricerche: Aspetti istituzionali e prassi della contrattazione collettiva tra rinnovamento e tradizione


MARIELLA MAGNANI Il rapporto tra legge e autonomia collettiva
[abstract]

VINCENZO BAVARO Sulla prassi e le tendenze delle relazioni industriali decentrate in Italia (a proposito di un’indagine territoriale)
[abstract]

MARCO LAI Una “norma di sistema” per contrattazione e rappresentanza
[abstract]


Interventi

GIUSEPPE SANTORO-PASSARELLI Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo “organizzativo”: la fattispecie
[abstract]

SILVIA FERNÁNDEZ MARTÍNEZ L’evoluzione del concetto giuridico di disabilità: verso un’inclusione delle malattie croniche?
[abstract]

IDA CARLA MAGGIO La conciliazione e l’arbitrato nel diritto del lavoro: lo stato dell’arte
[abstract]


Relazioni industriali e Risorse umane

FRANCESCO D’AMURI, CRISTINA GIORGIANTONIO La distribuzione dei dipendenti pubblici in Italia: ruolo e funzioni della mobilità
[abstract]


Osservatorio di giurisprudenza italiana

MIRKO ALTIMARI Il contingentamento dei lavoratori a tempo parziale nell’edilizia tra prerogative dell’autonomia collettiva, profili contributivi e normativa antielusiva (nota a App. Palermo 2 agosto 2016, n. 766 e App. Genova 28 giugno 2016, n. 185)

EMANUELE DAGNINO La Cassazione penale sui controlli a distanza post Jobs Act: continuità del tipo di illecito (nota a Cass. pen. 6 dicembre 2016, n. 51897)

ALESSANDRO GIULIANI L’anzianità contributiva nel lavoro a tempo parziale verticale ciclico: linee evolutive della giurisprudenza di legittimità nazionale nella prospettiva costituzionale ed europea (nota a Cass. 10 novembre 2016, n. 22936, e Cass. 24 ottobre 2016, n. 21376)

FRANCO SCARPELLI Il distacco nei gruppi di imprese, tra interesse della distaccante e interesse del gruppo (nota a Cass. 21 aprile 2016, n. 8068)

MADDALENA SACCAGGI Infortunio in itinere: l’uso della bicicletta è sempre necessitato (nota a Cass. 13 aprile 2016, n. 7313)

GIOVANNI CALVELLINI Pubblico impiego e falsa attestazione della presenza in servizio: il “vaso di Pandora” può dirsi chiuso? (nota a Cass. 1° dicembre 2016, n. 24574)

CINZIA GAMBA L’ambito di applicazione del rito speciale di impugnazione dei licenziamenti e il limite delle domande diverse fondate su “identici fatti costitutivi”. Orientamenti della Corte di Cassazione (nota a Cass. 12 agosto 2016, n. 17091, e Cass. 13 giugno 2016, n. 12094)

GIUSEPPE MAUTONE L’efficacia nel tempo dell’articolo 2103 c.c. riformato dal Jobs Act (nota a Trib. Roma 30 settembre 2015, n. 8195)

ENGLES MORICONI Il requisito di continuità professionale in ambito di previdenza forense: contenuti e prospettive evolutive (nota a Cass. 2 marzo 2016, n. 4092)


Osservatorio di legislazione, prassi amministrative e contrattazione

EMANUELE DAGNINO Una questione di fiducia: la reputazione ai tempi delle piattaforme online tra diritto alla privacy e prospettive di mercato

GIOVANNA CAROSIELLI La responsabilità solidale del committente nell’attuazione della direttiva enforcement sui lavoratori distaccati

PIERLUIGI RAUSEI A contrasto del caporalato ripristinate in parte le tutele cancellate da Jobs Act e depenalizzazione

GIULIA ROSOLEN Il credito d’imposta per gli investimenti in ricerca in Italia e i chiarimenti dell’Agenzia delle entrate


Osservatorio internazionale e comparato

JUAN ESCRIBANO GUTIÉRREZ Lavoro di qualità e cooperative di lavoro associato in Spagna

MICHELE TIRABOSCHI Carcere e lavoro: note sulla trasferibilità in Italia del modello spagnolo


Mariella Magnani Il rapporto tra legge e autonomia collettiva

Quello dei rapporti tra legge ed autonomia collettiva nella regolazione dei rapporti di lavoro è uno dei problemi centrali del diritto sindacale e in generale dell’assetto ordinamentale almeno per quanto riguarda il lavoro. Nell’analizzare le deviazioni che, nel tempo e nel mercato globale, hanno subito le regole classiche che governano questi rapporti – inderogabilità in peius della legge da parte del contratto collettivo e sua derogabilità in melius – il saggio sottolinea come l’esigenza di flessibilizzazione della disciplina del rapporto di lavoro, prima soddisfatta attraverso l’attribuzione di ampi poteri derogatori ai contratti collettivi, è oggi soddisfatta direttamente dal legislatore attraverso la complessiva riforma nota con il nome di Jobs Act. Di qui, tra l’altro, il problema dell’attuale sopravvivenza o meno nel sistema dell’art. 8 della l. n. 148/2011, sulla c.d. contrattazione di prossimità, cui in un primo tempo il legislatore aveva commesso il compito di far fronte a quella esigenza. Restano ancora ampi rinvii alla contrattazione collettiva, ma più che in funzione derogatoria, in funzione integrativa-adattativa del precetto legale, secondo l’originaria impostazione del rapporto tra legge e contratto collettivo.


Mariella Magnani The relationship between law and collective bargaining

The relationship between statute and collective autonomy in regulating employment contracts is one of the key issues in trade union law and in the Italian legal system in general, at least with regard to work. In analysing the changes that the traditional rules governing this relationship – in peius inderogability of the legal regime on the part of the collective agreement and its derogability in melius – have undergone in a period of greater market globalisation the article highlights how the need for more flexible rules regulating the employment relationship, initially met by allowing collective agreements wide powers to derogate, is now met directly by the legislator through the broad-ranging reform known as the Jobs Act. Furthermore it discusses the continued survival of art. 8 of law no. 148 of 2011 regulating local- and company-level bargaining, which the legislator had previously assigned the task of dealing with this need. The scope of collective bargaining remains wide, though not so much in its function of derogating from statutory provisions, but rather as a means of supplementing/adapting them, on the basis of the original structure of the relationship between statute and collective agreements.

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Vincenzo Bavaro Sulla prassi e le tendenze delle relazioni industriali decentrate in Italia (a proposito di un’indagine territoriale)

L’A. presenta una analisi di alcune recenti tendenze della contrattazione decentrata, a partire da una indagine sulle relazioni industriali nella regione Puglia. Si riscontra uno sviluppo delle relazioni industriali che, in gran parte, ricalca i modelli tradizionali del livello nazionale, cioè la contrattazione e la concertazione con la presenza di attori pubblici. Il rapporto tra autorità locali e parti sociali sembra realizzarsi tuttavia più in azioni di pressione sui poteri pubblici tipiche della prassi c.d. di lobby, che in relazioni di tipo contrattuale. A livello aziendale, sembra delinearsi inoltre una prassi nella quale cresce progressivamente la contrattazione derogatoria come antidoto alla crisi, compensata solo in parte da contrattazione di c.d. welfare aziendale.


Vincenzo Bavaro Practices and trends of decentralised industrial relations in Italy (about a territorial investigation)

The article focuses on recent trends of decentralised bargaining. The unit of analysis is the Puglia region. The Author observes a development of industrial relations at local level that parallels the traditional practices of negotiations and concertazione at national level, which involve public authorities. However, lobbying practices instead of institutionalised negotiations stand out as the main dynamic of relation between social partners and public authorities at local level. At company level, there seems to be an increase in derogation bargaining as a response to the economic crisis. This trend is only partially compensated by the negotiation of welfare measures.

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Marco Lai Una “norma di sistema” per contrattazione e rappresentanza

Il contributo, preso atto del declino di sistemi stabili di relazioni industriali in Italia ed in Europa, dopo uno schematico esame dell’evoluzione del rapporto legge, contrattazione, rappresentanza nel nostro Paese, si concentra sull’art. 51 del d.lgs. n. 81/2015 – norma di rinvio ai contratti collettivi – per verificare la possibilità di utilizzare tale previsione quale “norma di sistema” per più ordinate ed affidabili relazioni industriali. La specificazione della nozione di “sindacato comparativamente più rappresentativo”, sia sul versante della rappresentanza dei lavoratori che su quello datoriale, nei termini precisati dalla giurisprudenza, in attesa di un’improbabile riforma organica, potrebbe consentire di utilizzare in chiave riformatrice la contrattazione collettiva e di orientarla verso obiettivi di rilancio della produttività e della competitività.


Marco Lai A “systematic regulation” for collective bargaining and representation

The contribution reflects on art. 51 of the Legislative Decree no. 81/2015 (regulation that refers to collective agreements), by considering the possibility of the use of this regulation as a systematic rule, useful for better organized and reliable industrial relations. The article considers the decline of stable industrial relations in Italy and Europe and briefly analyses the historical evolution of the relationship between the law, collective bargaining and representation in our country (Italy). Emphasis is drawn on the specific reference to the notion of a ‘comparatively most representative union’, as understood in case law and utilised for workers and employers’ associations respectively. Said norm, while waiting the unlikely intervention of a comprehensive organic reform, could entail the use of collective bargaining as a reformative instrument to sustain and achieve objectives relating to productivity and competitiveness.

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Giuseppe Santoro-Passarelli Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo “organizzativo”: la fattispecie

In questo saggio l’A. affronta il delicato tema dell’identificazione della fattispecie del giustificato motivo oggettivo prendendo spunto da una recente sentenza che ha riconosciuto l’esistenza del giustificato motivo oggettivo organizzativo accanto a quello c.d. economico. Il problema che si pone per questa ulteriore fattispecie di licenziamento è costituito dalle modalità di controllo e cioè se si deve risolvere nell’accertamento della soppressione del posto o ancor prima nelle ragioni che hanno determinato la soppressione del posto. L’A. osserva da un lato che il controllo che sia limitato alla veridicità della soppressione del posto in realtà può consentire al datore di lavoro di licenziare in nome di un riassetto organizzativo non ben identificato, mascherando una forma di licenziamento ad nutum. Ma dall’altro lato supera l’obbiezione che il controllo sulle ragioni possa essere considerato un controllo di merito delle scelte dell’imprenditore come tale non consentito, perché in realtà il controllo sulle ragioni, richiesto dall’art. 3 della l. n. 604/1966 è di legittimità e quindi non solo è consentito ma doveroso se è effettuato utilizzando parametri oggettivi e verificabili come l’inutilità della prestazione o la semplificazione del processo produttivo ecc.


Giuseppe Santoro-Passarelli The Dismissal for Justified Objective Reasons

This paper is concerned with the dismissal for objective reasons, which has become a delicate issue following a recent ruling acknowledging the existence of organisational objective reasons other than economic ones. Specifically, the paper deals with the question as to whether the assessment of the reasons justifying the worker’s termination should concern the act of dismissing in its own term or the motive causing the termination of the employment relationship. The paper points out that on the one hand, assessment procedures concerning reasons for bringing the employment relationship to an end are limited to verifying the true nature of termination, although they might benefit the employer, who can provide vague organisational reasons to motivate the fact that he has terminated the employment relationship at will. On the other hand, the author argues against those claiming that such assessment procedures are a tool to limit the employer’s choice, which is not allowed by the law. This is because verifying the reason to make a worker redundant is required by Article 3 of Law no. 604/1966 to legitimise the employer’s decision, therefore it is an important instrument to put in use if objective criteria exist (for instance, worker’s performance is no longer needed or a reorganisation process is in place).

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Silvia Fernández Martínez L’evoluzione del concetto giuridico di disabilità: verso un’inclusione delle malattie croniche?

Il saggio analizza il concetto giuridico di disabilità per decidere se le malattie con effetti a lungo termine possano rientrare in questo concetto. Dopo aver analizzato l’interpretazione fatta dalla Corte di giustizia e anche il concetto di disabilità utilizzato in diversi Paesi dell’Unione europea, non è possibile sostenere che si tratti di un concetto ampio nel quale possano rientrare tutte le tipologie di malattie croniche. L’articolo conclude che sarebbe più opportuno introdurre forme di tutele alternative per queste persone, tali come la considerazione della malattia cronica come causa autonoma di discriminazione.


Silvia Fernández Martínez The Evolution of the Legal Concept of Disability to Include Chronic Diseases

This paper analyses the legal notion of “disability”, assessing whether chronic diseases can fall within this concept. After looking at the Court of Justice’s interpretation and at how this concept is employed in different EU countries, an argument is made that the notion of disability is a broad one that can include all types of chronic diseases. The paper concludes that it would be more appropriate to introduce alternative forms of protection for people affected by chronic diseases, for instance by considering them as specific forms of discrimination.

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Ida Carla Maggio La conciliazione e l’arbitrato nel diritto del lavoro: lo stato dell’arte

Con il presente articolo, l’A. propone una ricognizione dei modelli di risoluzione stragiudiziale delle controversie di lavoro (c.d. alternative labour dispute resolutions). Dopo una analisi dell’evoluzione storica della conciliazione e dell’arbitrato, l’indagine si sofferma sulla lettura delle disposizioni codicistiche e delle leggi speciali in subiecta materia, mettendone in luce le criticità e proponendo possibili opzioni ricostruttive. L’interesse verso questo tema, certamente non nuovo né originale, si giustifica grazie all’entrata in vigore del d.lgs. n. 23/2015, il quale ha introdotto, al solo «fine di evitare il giudizio», un’ulteriore ipotesi di conciliazione facoltativa in caso di licenziamento individuale del lavoratore ed ha escluso l’obbligatorietà del tentativo di conciliazione in occasione del licenziamento per giustificato motivo oggettivo, come delineato dalla riforma Fornero, con riferimento ai lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015.


Ida Carla Maggio The alternative labour dispute resolutions: present outcomes

With this essay, the A. offers an overview about the alternative labour dispute resolutions. After a historical analysis of conciliation and arbitration, the survey focuses on the interpretation of provisions of the Italian code of civil procedure and special laws in that field, highlighting the critical issues and suggesting a series of reform proposals. The interest in this issue, certainly not new nor original, is justified by the entry into force of the Legislative Decree No. 23/2015 which introduced a further model of conciliation, with the only purpose to “avoid the process”.

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Francesco D’Amuri, Cristina Giorgiantonio La distribuzione dei dipendenti pubblici in Italia: ruolo e funzioni della mobilità

Numerose analisi documentano, da tempo, l’esistenza di significative eterogeneità nella distribuzione dei dipendenti pubblici in Italia. Un approfondimento quantitativo condotto sui servizi anagrafici dei Comuni italiani ne dà conferma, evidenziando l’esistenza di scostamenti significativi dalla relazione media tra input e output nell’erogazione di tali servizi, con dotazioni di personale maggiori nel Centro-Sud e dove il livello di disoccupazione è più elevato. Sembrano, quindi, sussistere margini per ottenere guadagni di efficienza attraverso una corretta riallocazione dei dipendenti pubblici. Tuttavia, numerosi fattori di carattere istituzionale, tra i quali – in particolare – l’assenza di parametri obiettivi in base ai quali determinare i fabbisogni effettivi di personale delle amministrazioni, l’elevata segmentazione dei comparti contrattuali e le incertezze sul piano della confrontabilità degli inquadramenti professionali, appaiono ostacolare i flussi di mobilità, che risultano estremamente contenuti.


Francesco D’Amuri, Cristina Giorgiantonio The distribution of public employees in Italy: role and functions of mobility

Several studies have demonstrated the presence of significant asymmetries in the distribution of public employees in Italy. An econometric analysis of the civil registry services of Italian municipalities confirms this result, indicating the existence of significant deviations from the average ratio between input and output in the delivery of such services: specifically, municipalities with larger staff are located in the Centre-South and in areas where the unemployment level is higher. Therefore, there appears to be considerable room to achieve efficiency gains through an appropriate reallocation of public employees. However, a number of institutional factors, including, in particular, the lack of objective criteria for determining actual staffing needs, the high segmentation of public entities and the uncertainties flowing from different systems for classifying public employees, appear to hinder mobility flows, which are extremely low.


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