vol. I - n. 5 maggio-giugno 2018

Sito: moodle.adaptland.it
Corso: Professionalità studi | OPEN ACCESS
Libro: vol. I - n. 5 maggio-giugno 2018
Stampato da: Utente ospite
Data: venerdì, 22 novembre 2024, 08:54

Descrizione

n. 5/2017

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INDICE E ABSTRACT



Francesco Seghezzi I fattori e le competenze abilitanti per l’Impresa 4.0, verso una visione olistica


Ricerche: Le competenze abilitanti per Industria 4.0 - Parte II

Valeria Iadevaia, Massimo Resce, Claudio Tagliaferro Tendenze evolutive del mercato del lavoro ed ecosistemi 4.0
[abstract]

Giuditta Alessandrini G. Alessandrini Critical Thinking e Key Competences dei millennials nel contesto Industry 4.0: nuove “sfide e responsabilità” della formazione universitaria
[abstract]

Andrea Potestio La trasformazione del lavoro in Industry 4.0. Un’analisi pedagogica
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Samuele Bozzoni, Paolo Venturi, Flaviano Zandonai, Letizia Piangerelli, Simone Caroli Lo sviluppo di modelli organizzativi distribuiti e distributivi nell’economia della conoscenza e il ruolo delle piattaforme cooperative
[abstract]   

Alketa Aliaj Verso una nuova geografia del lavoro: Digital Innovation Hub e Competence Center in Lombardia
[abstract]

Gualtiero Fantoni, Filippo Chiarello, Silvia Fareri, Simona Pira, Alessandro Guadagni Defining Industry 4.0 professional archetypes: a data-driven approach
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Yves Blanchet Training Mutuals and Their Contribution to Skills Development
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Aneta Tyc The Fourth Industrial Revolution: New Skills, Occupations, and Methods of Promoting Their Development
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Recensioni

Verso una visione di sistema per la quarta rivoluzione industriale, a cura di Laura Angeletti, Rachele Berlese, Valerio Gugliotta
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Considerazioni sul saggio di Pietro Causarano, a cura di Federico D'Addio
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Francesco Seghezzi I fattori e le competenze abilitanti per l’Impresa 4.0, verso una visione olistica

Questo numero di Professionalità Studi raccoglie una selezione dei contributi presentati al Convegno Internazionale I fattori e le competenze abilitanti per l’Impresa 4.0 promosso da ADAPT e Università di Bergamo gli scorsi 1-2 dicembre 2017 a Bergamo. Esso si pone anche in continuità con il primo numero della rivista, pubblicato a ottobre 2017, che porta lo stesso titolo, e che aveva proprio l’obiettivo di anticipare i temi centrali del Convegno.

Come nel primo numero, continua grazie ai contributi qui raccolti la riflessione sulle determinanti e le conseguenze degli importanti processi di trasformazione che sono riassunti sotto l’etichetta Industry 4.0, qui affrontati approfondendo aspetti legati alle dinamiche organizzative interne ed esterne alle imprese e alle competenze necessarie nel nuovo paradigma produttivo, ma anche alla dimensione territoriale e di “sistema” e alla nascita di nuovi profili professionali.

Il tema della digitalizzazione dei processi produttivi non si pone solo in rapporto con il fabbisogno tecnico delle imprese e la loro evoluzione in termini di macchinari e tecnologie abilitanti, e questo è ormai riconosciuto da diversi osservatori e studi ([1]). Spesso, però, quando si individuano ulteriori elementi quali la formazione del capitale umano, declinata in termini di competenze e percorsi formativi, o l’organizzazione del lavoro, o le nuove relazioni industriali, si sviluppano analisi con un orientamento verticale che difficilmente riescono a dialogare tra loro. La complessità dei cambiamenti in atto invece sembra richiedere un approccio interdisciplinare e trasversale che sappia rendere complementari i diversi livelli epistemologici con l’obiettivo di una comprensione il più possibile olistica del fenomeno. Con questo non si intende interpretare uno zeitgeist la cui morfologia non è oggi facilmente intellegibile, ma tentare di leggere nessi causali tra ambienti economici, culturali, politici e sociali e istituzioni, in particolare le imprese. Tale intento è ciò che ha guidato la sistematizzazione dei contenuti di questo numero per il quale si vuole qui proporre una chiave di lettura. Ed essa si fonda sulla convinzione che le global value chain che guidano oggi i processi economici internazionali rendano i territori dimensioni geografiche centrali nei processi di costruzione del valore ([2]). Questo in primo luogo per l’abbattimento delle barriere fisiche reso possibile dai processi di digitalizzazione che, in particolare grazie all’Internet of Things e ai big data, consentono un coordinamento all’interno di supply chain dislocate globalmente. Da ciò deriva quindi che la concentrazione territoriale di innovazione, competenze ed infrastrutture è un prerequisito fondamentale affinché vi sia la possibilità di accedere a queste catene, tanto che il posizionamento all’interno di esse sarà tanto più alto quanto più l’ecosistema sarà coordinato ed in grado di innescare dinamiche ad alto potenziale di creazione di valore. Letta in questi termini la digitalizzazione è un tassello di un sistema territoriale più ampio che comprendere un insieme complesso di attori e strutture. Si comprende quindi la volontà di inquadrare all’interno di questa lettura i singoli fattori e competenze abilitanti di cui si tratta in questo numero di Professionalità Studi. Laddove le competenze non sono unicamente da intendersi dal punto di vista del potenziale del capitale umano ma anche e soprattutto come requisiti posseduti dai territori dal punto di vista istituzionale, infrastrutturale, socio-economico, oltre che ovviamente da quello delle persone in essi occupate e/o occupabili. Il tutto all’interno di una visione dell’impresa che la vede sempre più sposare la logica di un open innovation ([3]) in virtù della quale i confini fisici e conoscitivi acquistano una maggiore permeabilità rispetto agli ambienti esterni. I contributi presenti in questo numero vogliono quindi offrire prospettive specifiche, anche in chiave comparata, sui diversi elementi che concorrono allo sviluppo di tali ecosistemi innovativi, con particolare attenzione al tema delle competenze e dello sviluppo del capitale umano, ma all’interno di una visione più ampia che renda ragione della complessità dei nuovi paradigmi produttivi.

Il contributo di Iadevaia, Resce, Tagliaferro inquadra le trasformazioni del lavoro connesse a Industry 4.0 nella prospettiva degli “ecosistemi territoriali”, partendo dall’analisi di specifici sistemi produttivi locali. Nella stessa prospettiva sistemica è inquadrabile il contributo di Alketa Aliaj, che studiando il caso dei Digital Innovation Hub e dei Competence Center in Lombardia, affronta il tema del configurarsi di una nuova “geografia del lavoro” intorno ai processi di produzione e trasferimento dell’innovazione e della conoscenza, utilizzando la strumentazione metodologica della geografia economica. Contribuiscono a delineare una visione di sistema le recensioni ospitate dal volume, entrambe relative all’importante volume a cura di Cipriani, Gramolati, Mari (Il lavoro 4.0. La Quarta rivoluzione industriale e le trasformazioni delle attività lavorative): Angeletti, Berlese e Gugliotta si cimentano nell’arduo compito di recensire il corposo volume, che contiene numerosi contributi di diversa provenienza disciplinare che affrontano il tema delle trasformazioni del lavoro sotto molteplici aspetti, cercando tuttavia di dare una visione di insieme del fenomeno proprio grazie all’accostamento di diverse prospettive di indagine; la recensione di D’Addio si concentra, invece, in particolare sul contributo di Pietro Causarano, contenuto nello stesso volume, che tocca un tema centrale per questa rivista, e cioè il concetto stesso di professionalità e la sua evoluzione.

Un altro blocco di contributi affronta, invece, il tema della formazione delle competenze strategiche nel contesto di Industry 4.0: così Giuditta Alessandrini affronta il tema dello sviluppo del pensiero critico e di altre competenze cruciali nei giovani, interrogandosi in particolare sul ruolo della formazione universitaria. Yves Blanchet e Aneta Tyc ci aiutano ad estendere la riflessione sul piano internazionale e comparato: la prima analizzando l’impatto sull’efficacia degli interventi di formazione continua di specifiche soluzioni istituzionali adottate in Canada, basate sul coordinamento pubblico degli attori sociali; la seconda ricostruendo il dibattito internazionale sulle nuove professioni e le nuove competenze richieste dal paradigma di Industry 4.0.

Fantoni, Fareri, Pira e Guadagni presentano una ricerca che indaga, con un approccio data-driven, gli archetipi professionali di Industria 4.0; Bozzoni, Venturi, Zandonai, Piangerelli e Caroli presentano una ricerca che ha riguardato un altro tema centrale nell’ottica delle trasformazioni ascrivibili, più in generale, alla società della conoscenza, e cioè quello dello sviluppo di modelli organizzativi distribuiti e distributivi, analizzando il caso delle piattaforme sviluppate nell’ambito del movimento cooperativo.

Fa da sfondo a tali riflessioni il contributo di Andrea Potestio, che contribuisce al dibattito sulle trasformazioni del lavoro riprendendo categorie centrali della riflessione pedagogica al fine di sottolineare e valorizzare la compresenza e l’integrazione, anche nei nuovi paradigmi produttivi, delle due polarità che da sempre costituiscono l’idea di lavoro: quella dello sforzo e della fatica, da un lato, e quella della creatività e della capacità di far nascere qualcosa di nuovo, dall’altro.


[1]Si permetta di richiamare, oltre ai contributi già apparsi nel n. 1 di Professionalità Studi, 2018 anche F. Seghezzi, La nuova grande trasformazione. Persona e lavoro nella quarta rivoluzione industriale, ADAPT University Press, 2017 e, nell’ambito dei documenti istituzionali sul tema, il recente Libro Bianco Il futuro del lavoro pubblicato da ADAPT e Assolombarda nel maggio 2018 che si concentra sugli impatti socio-economici dei processi di digitalizzazione.

[2] Si vedano a riguardo le ricerche sviluppate in V. De Marchi, E. Di Maria, G. Gereffy (a cura di), Local Clusters in Global Value Chains: Linking Actors and Territories Through Manufacturing and Innovation, Routledge, 2017.

[3] Cfr. H. W. Chesbrough et al., Open Innovation: the new imperative for creating and profiting from technology, Harvard Business School Press, 2003.





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Valeria Iadevaia, Massimo Resce, Claudio Tagliaferro Tendenze evolutive del mercato del lavoro ed ecosistemi 4.0

Il paper presenta i risultati di un’attività di ricerca volta ad analizzare i sistemi produttivi locali per comprendere meglio le trasformazioni in atto determinate dal fenomeno ormai etichettato come “Industria 4.0”. Dalle analisi qualitative condotte emerge una nuova competitività tra territori basata sulla capacità di produrre capitale cognitivo. Di qui l’esigenza di politiche di contesto che facilitino la creazione di ambienti fertili al recepimento dei nuovi modelli di impresa ovvero di “Ecosistemi 4.0” quali possibili evoluzioni dei sistemi produttivi locali in cui le politiche per il lavoro e il capitale umano rivestano una nuova centralità.


Valeria Iadevaia, Massimo Resce, Claudio Tagliaferro Trends of the labour market and Ecosystems 4.0

The paper presents the findings of a qualitative research carried out along 2016/2017 and named "Productive systems, districts, local development and active labour policies", aimed at analyzing the main transformations within the local productive systems due to the so called fourth industrial revolution “Industry 4.0”.

The results stress that a new competitiveness among territories is emerging, based on the ability of companies to produce "cognitive capital". Hence the need for new and adequate policies supporting the development of the business models required by such Industry 4.0 and promoting “Ecosystems 4.0” whereas the labor and human capital policies have a central role.

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G. Alessandrini Critical Thinking e Key Competences dei millennials nel contesto Industry 4.0: nuove “sfide e responsabilità” della formazione universitaria

Ricerche recenti sui millennials evidenziano diversi stili di apprendimento, di lavoro e fabbisogni formativi per certi versi “imprevisti”. Il contributo partendo dallo scenario emergente anche in riferimento al nuovo processo Industria 4.0, vuole discutere sulle possibili innovazioni metodologiche e curricolari della formazione universitaria, e sulle possibili ricadute.




G. Alessandrini Critical thinking and key competences of “millennials” in Industry 4.0 context: new “challenges and responsibilities” of university education

Recent researches about millennials highlight different learning and work styles and training needs in some way “unexpected”. The paper, starting from the emerging scenario also with references to the new Industry 4.0 process, aims to discuss the possible methodological and curricular innovations of university education, and the possible consequences.

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Andrea Potestio Le trasformazioni del lavoro in Industry 4.0. Un’analisi pedagogica


Questo saggio si propone di analizzare con uno sguardo pedagogico, a partire dalle trasformazioni della quarta rivoluzione industriale, le condizioni che permettono la realizzazione di processi di autentica alternanza formativa.


Andrea Potestio The transformations of work in Industry 4.0. A pedagogical analysis

This essay aims to analyze with a pedagogical perspective, starting from the transformations of the fourth industrial revolution, the conditions that allow the realization of processes of educational alternation.

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Samuele Bozzoni, Paolo Venturi, Flaviano Zandonai, Letizia Piangerelli, Simone Caroli Lo sviluppo di modelli organizzativi distribuiti e distributivi nell’economia della conoscenza e il ruolo delle piattaforme cooperative 


Il presente lavoro si è posto l’obiettivo di analizzare i modelli organizzativi di impresa cooperativa - piattaforma (Platform Cooperatives) come modello emergente nell’ambito dell’economia della conoscenza che si avvale di tecnologie digitali come fattori abilitanti all’interno della cosiddetta “quarta rivoluzione industriale” che prende il nome di impresa 4.0. Nell’introduzione è stato esplorato ed introdotto il concetto di impresa piattaforma nel contesto economico attuale, focalizzando l’attenzione sulle sfide economiche e sociali a cui il modello cooperativo potrebbe trovare soluzioni e risposte ai problemi del moderno consumo e del futuro del lavoro; l’introduzione si conclude analizzando come la forma organizzativa di cooperativa piattaforma possa costituire un evoluzione dei modelli cooperativi tradizionali, a patto di conservare e rafforzare le proprie caratteristiche peculiari e la propria diversità dall’impresa di capitali. Viene in seguito esposta in un paragrafo dedicato la metodologia utilizzata per la ricerca che ha riguardato sia lo studio di contributi teorici di natura interdisciplinare sia il metodo della ricerca, di tipo qualitativo. I casi studio sono presentati in una sezione insieme alla griglia di questioni che è stato ritenuto utile approfondire: la stesura è di tipo discorsivo, tenuto conto della diversità delle esperienze analizzate e cercando di focalizzarne le caratteristiche peculiari nell’ambito del modello di impresa – piattaforma cooperativa. L’elaborazione dei casi studio ha permesso una prima sommaria definizione dei modelli di piattaforma cooperativa all’interno di due distinti filoni teorici che si rifanno a diverse polarità presenti nel movimento del platform cooperativism. Le conclusioni provano a sottolineare gli spunti emersi nella ricerca con la prospettiva di considerare e voler sostenere l’ipotesi che le piattaforme cooperative siano fattori generativi ed abilitanti di competenze per impresa 4.0, specie per la loro natura ecosistemica ed inclusiva all’interno delle comunità.


Samuele Bozzoni, Paolo Venturi, Flaviano Zandonai, Letizia Piangerelli, Simone Caroli The development of distributed and distributive organizational models in the knowledge economy and the role of platform cooperatives

The present work has set itself the objective of analyzing the organizational models of cooperative enterprise - platform (Platform Cooperatives) as an emerging model in the knowledge economy that uses digital technologies as enabling factors within the so-called "fourth" industrial revolution which takes the name of “enterprise 4.0”. In the introduction the concept of platform enterprise was explored and introduced in the current economic context, focusing attention on the economic and social challenges to which the cooperative model could find solutions and answers to the problems about the modern consumption and the future of work; the introduction concludes by analyzing how the organizational form of cooperative platform can constitute an evolution of traditional cooperative models, provided that it preserves and reinforces its own peculiar characteristics and its diversity from the capital company. It is then shown in a dedicated paragraph the methodology used for research that concerned both the study of theoretical contributions of an interdisciplinary nature and the research method, of a qualitative nature. The case studies are presented in a section together with the grid of issues that have been considered useful to deepen: the writing is of a discursive type, taking into account the diversity of the experiences analyzed and trying to focus the peculiar characteristics within the business model - platform cooperative. The processing of case studies has allowed a first summary definition of the models of cooperative platform within two distinct theoretical strands that refer to different polarities present in the movement of platform cooperativism. The conclusions try to underline the ideas emerged in the research with the prospect of considering and wanting to support the hypothesis that cooperative platforms are generative and enabling factors of skills for enterprise 4.0, especially for their ecosystem and inclusive nature within the communities.

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Alketa Aliaj Verso una nuova geografia del lavoro: Digital Innovation Hub e Competence Center in Lombardia


Partendo da una prospettiva geografica, utile a comprendere il rapporto tra territorio urbano e Digital Innovation Hub – che nei prossimi anni intendono modificare l’intensità delle relazioni e connessioni tra gli attori pubblici e privati coinvolti in esso –, l’articolo illustra il ruolo di questi ultimi e quello dei Competence Center, strutture atte a diffondere e a diversificare la conoscenza all’interno dei Digital Innovation Hub. Dopo aver ricostruito il quadro politico e normativo relativo alle azioni di rilancio del lavoro a scala europea e nazionale, l’articolo esemplifica lo scenario dei DIH in Italia per presentare, infine, il caso di studio relativo a quelli della Lombardia, fornendone una visualizzazione attraverso strumenti di mapping GIS.


Alketa Aliaj Towards a New Geography of Work: Digital Innovation Hub and Competence Center in Lombardy

Starting from the geographical perspective, useful to understand the relationship between urban territory and Digital Innovation Hub –which in the coming years intend to change the intensity of relations and connections between the public and private actors involved in it –, the article illustrates the role of the latter and that of the Competence Centers, structures designed to spread and diversify knowledge within Digital Innovation Hubs. After having reconstructed the political and normative framework of the work relaunching actions on a European and national scale, this contribution exemplifies the scenario of DIH in Italy in order to present, in the end, the case study of the DIH in Lombardy, providing a visualization through GIS mapping tools.

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Gualtiero Fantoni, Filippo Chiarello, Silvia Fareri, Simona Pira, Alessandro Guadagni Defining Industry 4.0 professional archetypes: a data-driven approach


Mentre l’interesse scientifico per gli aspetti tecnologici dell’Industria 4.0 è in costante crescita, le ricerche sul futuro del lavoro e sui futuri ruoli professionali sono influenzate da due aspetti critici principali, entrambi relativi alle caratteristiche intrinseche del nuovo paradigma: l’interdisciplinarietà delle competenze richieste per la forza lavoro e lo sviluppo inarrestabile delle tecnologie. Per affrontare entrambi questi problemi, il presente lavoro propone una metodologia di mappatura di competenze 4.0 che può essere adottata su qualsiasi database interdisciplinare e dinamico composto da entità che rappresentano le competenze e le relazioni tra di loro. I risultati ottenuti, puliti adottando un approccio normativo da parte di esperti, sono rappresentati come un grafo con gruppi di competenze dell’industria 4.0. L’output finale offre una visione chiara non solo degli archetipi principali dell’industria 4.0 ma anche delle relazioni tra di loro.


Gualtiero Fantoni, Filippo Chiarello, Silvia Fareri, Simona Pira, Alessandro Guadagni Defining industry 4.0 professional archetypes: a data-driven approach

While the scientific interest in technological aspects of Industry 4.0 is constantly growing, the researches on the future of work and the future professional roles is affected by two main critical aspects, both related to intrinsic features of the new paradigm: the interdisciplinarity of competences required to the work force and the unstoppable development of technologies. In order to face both these issues, the present work proposes a mapping methodology of 4.0 competencies that can be adopted on any interdisciplinary and dynamic databases composed by entities representing competences and the relations between them. The results obtained, sanitised adopting a normative approach by experts, will be represented as a graph with clusters of industry 4.0 competences. The final output gives a clear vision not only of the core archetypes of industry 4.0 but also of the relations between them..


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Yves Blanchet Training Mutuals and Their Contribution to Skills Development


Attraverso questa ricerca, abbiamo cercato di comprendere i fattori che spingono le nuove mutue di formazione istituzionale a contribuire allo sviluppo delle competenze della forza lavoro. Cerchiamo anche di identificare il contributo che le mutue di formazione istituzionale apportano allo sviluppo delle competenze. La ricerca mostra che i tassi di partecipazione alle attività di formazione sono più bassi tra le piccole e medie imprese (PMI). Ciò può rivelarsi dannoso per lo sviluppo delle competenze della forza lavoro. Nell’ultimo decennio, il governo della provincia canadese del Québec, in collaborazione con i partner del mercato del lavoro, ha istituito una politica istituzionale chiamata mutue di formazione istituzionale. Tuttavia, secondo la letteratura, l’efficienza relativa di queste mutue di formazione rimane sconosciuta. Questo ci porta a chiedere: qual è il contributo che le mutue di formazione istituzionale hanno nello sviluppo delle competenze della forza lavoro e quali fattori giocano un ruolo chiave in questo sviluppo? La nostra indagine empirica si è concentrata sulla formazione delle mutue, riconosciute dalla legge in Quebec, Canada, dal 2008. I nostri risultati di ricerca sono stati ottenuti attraverso una varietà di fonti e metodi, vale a dire documenti, casi studio e interviste di quattro diverse istituzioni di formazione. La nostra analisi comparativa mostra che il contributo di questi dispositivi varia di importanza da una mutua formativa all’altra. La nostra ricerca mostra anche che queste mutue avranno maggiori possibilità di riuscire a contribuire allo sviluppo delle competenze della forza lavoro se gli imprenditori istituzionali sono tra gli attori che ruotano attorno alle mutue e se le mutue formative trovano una complementarità positiva con le altre istituzioni. Osservando i fattori che contribuiscono a forme più efficaci di sperimentazione istituzionale, che affrontano le implicazioni del nuovo paradigma dell’industria 4.0, quali ad esempio la formazione reciproca, la nostra analisi pone enfasi sull’imprenditorialità istituzionale e sulla complementarità.


Yves Blanchet Training Mutuals and Their Contribution to Skills Development

Through this research, we have set out to understand factors that prompt new institutional training mutuals to contribute to skills development in the workforce. We also seek to identify the contribution that institutional training mutuals make to skills development. Research shows that training activity participation rates score lower among small and medium-sized enterprises (SMEs). That can prove detrimental to developing workforce skills. Over the last decade, the government in the Canadian province of Quebec, in cooperation with labour-market partners, has set up an institutional policy called training mutuals. However, according to the literature, the relative efficiency of these training mutuals remains an unknown. This leads us to ask: What is the contribution that training mutuals make to the development of skills among the workforce and what factors play key roles in that development? Our empirical investigation focused on training mutuals, recognized by law in Quebec, Canada, since 2008. Our research results were obtained through a variety of sources and methods, namely documents, case studies and interviews from four different training mutuals. Our comparative analysis shows that the contribution of these devices varies in importance from one training mutual to the other. Our analysis also shows that these mutuals will have a greater chance of succeeding in contributing to skills development in the workforce if institutional entrepreneurs are among the actors revolving around mutuals and if training mutuals find a positive complementarity with other institutions. In looking at the contributing factors that make for more effective forms of institutional experimentation, which tackles in the implication of the new paradigm of industry 4.0, such as training mutuals, our analysis emphasizes institutional entrepreneurship and complementarities.


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A. Tyc La quarta rivoluzione industriale: nuove competenze, occupazioni e metodi di favorirne lo sviluppo


Alla luce del fatto che il progresso tecnologico è in continuo divenire, attualmente gli sforzi di ricerca sono rivolti alla nozione di quarta rivoluzione industriale. Partendo dalla descrizione della storia delle rivoluzioni industriali, si definiscono le nozioni di occupazione e di professione. L’autrice, inoltre, conduce una disamina delle classificazioni professionali e si concentra sulle nuove categorie di professioni, desiderabili nell’odierno mondo digitale, focalizzando la sua attenzione sulla nozione di competenza estrapolandone quella o quelle da considerare cruciali per il futuro della forza lavoro. Questo saggio approfondisce soprattutto quali competenze e nuovi profili professionali possono nascere nel contesto di Industria 4.0. In aggiunta a quanto sopra, si rende indispensabile la ricerca su come favorirne lo sviluppo. Il saggio sintetizza una parte fondamentale di questo dibattito.


A. Tyc The Fourth Industrial Revolution: New Skills, Occupations, and Methods of Promoting Their Development

Technological progress is in a constant state of change, that is why current research efforts are directed towards framing the notion of the Fourth Industrial Revolution. Starting from the description of the history of industrial revolutions, the concepts of occupation and job are defined within this context. Besides, the author analyses occupational classifications and focuses on emerging job categories and the one that are desirable in a digital economy. Moreover, the author draw the attention to the concept of skill and highlights those that are thought crucial for the future workforce and professional profiles in the Industry 4.0 scenario. The author concludes the research by addressing ways and path to promote their development and report the current state of the art of the academic debate on this topic.


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Laura Angeletti, Rachele Berlese, Valerio Gugliotta Verso una visione di sistema per la quarta rivoluzione industriale

Il presente contributo recensisce il contenuto del volume “Il lavoro 4.0. La Quarta Rivoluzione industriale e le trasformazioni delle attività lavorative”, a cura di A. Cipriani, A. Gramolati, G. Mari, Firenze University Press, 2018, che raccoglie numerosi saggi e ricerche, il cui oggetto principale è il processo di trasformazione che sta interessando il lavoro. Sotto diverse prospettive di analisi, il testo intende offrire una chiara interpretazione di quello che sarà il lavoro del futuro, alla luce delle sfide dettate dalla Quarta Rivoluzione industriale.


Laura Angeletti, Rachele Berlese, Valerio Gugliotta Towards a system vision for the Fourth Industrial Revolution

This paper reviews the content of the volume "Work 4.0. The Fourth Industrial Revolution and the transformations of work activities" by A. Cipriani, A. Gramolati, G. Mari, Florence University Press, 2018. The book collects numerous essays from different Authors and its main content is the process of transformation that is involving the Work. Under different perspectives of analysis, the text offers a clear interpretation of the work of the future, considering the challenges spread by the Fourth Industrial Revolution.

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Federico D'Addio Considerazioni sul saggio “Dimensioni e trasformazioni della professionalità” di Pietro Causarano


L’articolo analizza e commenta il recente saggio di Pietro Causarano “Dimensioni e trasformazioni della professionalità” contenuto nell’opera collettanea “Il lavoro 4.0: la Quarta Rivoluzione industriale e le trasformazioni delle attività lavorative” (Firenze University Press, 2018). Il saggio di Causarano risulta particolarmente interessante perché indaga aspetti del concetto di professionalità spesso trascurati o sottaciuti (quali l’origine e la diffusione del termine e la sua dimensione collettiva legata ad una particolare stagione delle relazioni industriali). L’analisi offre anche l’occasione per fare il punto sulle ultime novità legislative e di relazioni industriali relative alle tematiche della tutela, della promozione e del riconoscimento della professionalità e delle competenze dei lavoratori.

Federico D'Addio Considerations on the essay by Pietro Causarano

The article analyzes and comments the recent essay by Pietro Causarano “Dimensions and transformations of professionalism” contained in the collective book “Work 4.0: the Fourth Industrial Revolution and the transformations of work activities” (Firenze University Press, 2018). The essay in comment is particularly interesting because it investigates aspects of the concept of professionalism often overlooked or hidden (such as the origin and diffusion of the term and its collective dimension linked to a particular season of the Italian industrial relations). The analysis also provides an opportunity to take stock of the legislative and industrial relations innovations related to the issues of protection, promotion and recognition of the professionalism and skills of workers.

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