n. 3/2012
Sito: | moodle.adaptland.it |
Corso: | Diritto delle Relazioni Industriali |
Libro: | n. 3/2012 |
Stampato da: | Utente ospite |
Data: | giovedì, 21 novembre 2024, 18:40 |
Sommario
- ABSTRACT
- Antonio Vallebona L’ingiustificatezza qualificata del licenziamento...
- Michele Squeglia Previdenza contrattuale e fondi di solidarietà...
- Silvia Spattini Il funzionamento degli ammortizzatori sociali...
- Michele Tiraboschi L’apprendistato in somministrazione nella legge n. 92...
- Lilli Casano La formazione dei lavoratori in somministrazione...
- Sabrina Chiarelli, Valeria Pietra, Giulia Rosolen La recente giurisprudenza in tema...
- Nicholas Bloom, John Van Reenen Perché le pratiche manageriali differiscono...
INDICE
Ricerche: Disciplina dei licenziamenti e ammortizzatori sociali in tempo di crisi
Antonio Vallebona L’ingiustificatezza qualificata del licenziamento: fattispecie e oneri probatori
[abstract]
Michele Squeglia Previdenza contrattuale e fondi di solidarietà bilaterali
[abstract]
Silvia Spattini Il funzionamento degli ammortizzatori sociali in tempo di crisi: un confronto comparato
[abstract]
Ricerche: I nuovi aspetti della somministrazione di lavoro
Michele Tiraboschi L’apprendistato in somministrazione nella legge n. 92/2012 di riforma del mercato del lavoro: una occasione mancata
[abstract]
Lilli Casano La formazione dei lavoratori in somministrazione: una comparazione tra modelli nazionali di regolazione
[abstract]
Sabrina Chiarelli, Valeria Pietra, Giulia Rosolen La recente giurisprudenza in tema di somministrazione di lavoro
[abstract]
Relazioni industriali e Risorse umane
Nicholas Bloom, John Van Reenen Perché le pratiche manageriali differiscono tra imprese e paesi?
[abstract]
Osservatorio di giurisprudenza italiana
Vito Leccese Non solo diritti sindacali: il problema di costituzionalità dell’articolo 19, legge n. 300/1970, e l’estromissione del sindacato “scomodo” dai tavoli negoziali previsti dalla legge (nota a Trib. Modena ordinanza 4 giugno 2012)
Andrea Bollani L’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori alla prova del caso Fiat: può la Corte costituzionale sostituirsi al legislatore? (nota a Trib. Modena ordinanza 4 giugno 2012)
Maria Carmela Amorigi Il licenziamento per mancato superamento del periodo di prova della lavoratrice in stato di gravidanza o puerperio (nota a Cass. 13 febbraio 2012, n. 2010)
Maria Dolores Santos Fernández Ancora una pronuncia della Corte costituzionale sulle stabilizzazioni di lavoratori a termine nel settore pubblico (nota a C. Cost. 13 aprile 2011, n. 127)
Tiziana Vettor Riposi giornalieri e congedo per malattia del bambino ex articoli 40 e 47 del decreto legislativo n. 151/2001: riconoscimento al padre lavoratore anche quando la madre svolga attività casalinga (nota a Trib. Venezia 9 febbraio 2012)
Osservatorio di legislazione, prassi amministrative e contrattazione collettiva
Gabriele Gamberini, Davide Venturi La responsabilità solidale nel settore dei trasporti: commento alla circolare del Ministero del lavoro n. 17/2012
Enrica Carminati Apprendistato e parere di conformità degli enti bilaterali: obbligo od opportunità?
Silvio Moretti, Andrea Stoccoro Apprendistato, le novità nel turismo
Michele Tiraboschi L’associazione in partecipazione tra le rigidità della “riforma Fornero” e le dubbie deroghe ex articolo 8, decreto legge n. 138/2011
Marco Lai Il rapporto annuale Inail 2011 sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali
Iunio Valerio Romano Lavoratori autonomi e attività in cantiere
Silvia Lucrezio Monticelli, Caterina Valeria Sgrò Serrata e legge n. 146/1990. Nuovi orientamenti dell’autorità di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali
Osservatorio di giurisprudenza e politiche comunitarie del lavoro
Ivana Marimpietri Corte di giustizia e lavori socialmente utili: l’ambito applicativo dell’accordo-quadro e della direttiva 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato (nota a C. Giust. 15 marzo 2012, Giuseppe Sibilio v. Comune di Afragola, causa C-157/11)
Osservatorio internazionale e comparato
Valeria Viale Quadro internazionale e comparato – Differenziale retributivo di genere: effetti sul lungo periodo
Federico Navarro Nieto Spagna – La riforma del quadro giuridico della contrattazione collettiva
María Dolores Rubio De Medina Spagna – Analisi pratica del contratto di lavoro a tempo indeterminato di sostegno agli imprenditori
Antonio Vallebona L’ingiustificatezza qualificata del licenziamento: fattispecie e oneri probatori
L’A. esamina le ripercussioni, sostanziali e processuali, avutesi nell’ordinamento a seguito dell’introduzione, con la l. n. 92/2012, della nozione di ingiustificatezza qualificata quale via di accesso alla tutela reale. Quest’ultima è prevista, oltre che per i licenziamenti vietati o viziati formalmente (art. 18, commi 1-3) oppure per una inidoneità inesistente o per un comporto di malattia non scaduto (art. 18, comma 7), solo nei tre casi di ingiustificatezza qualificata tipizzati dalla legge, tutti indicativi di una ingiustificatezza macroscopica equivalente al “torto marcio” del datore di lavoro, che abbia resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, appunto nella consapevolezza del proprio torto (art. 96 c.p.c.). L’A. esamina puntualmente le due vie alternative di accesso alla tutela reale in caso di licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo, ossia: «insussistenza del fatto contestato» oppure quando «il fatto rientra tra le condotte punibili con una sanzione conservativa sulla base delle previsioni dei contratti collettivi ovvero dei codici disciplinari applicabili» (art. 18, comma 4). Particolare attenzione viene poi dedicata alla ingiustificatezza qualificata nel licenziamento per giustificato motivo oggettivo, la quale si configura nella «manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento» (art. 18, comma 7). Infatti, l’A. evidenzia chiaramente la peculiarità di questa fattispecie data dal fatto che, in tale caso, l’ingiustificatezza qualificata non è sufficiente per l’accesso alla tutela reale, ma costituisce solo il necessario presupposto per l’eventuale esercizio in tal senso della equità integrativa del giudice. L’ingiustificatezza qualificata diviene, quindi, un’extrema ratio, affidata ad un duplice concorrente vaglio giudiziale, da effettuare in ossequio alla ratio della riforma. L’A. conclude analizzando dettagliatamente la ripartizione dell’onere della prova, nelle tre ipotesi di ingiustificatezza qualificata descritte, nonché le conseguenze legate agli oneri probatori.
Michele Squeglia Previdenza contrattuale e fondi di solidarietà bilaterali
L’A. analizza, attraverso i nuovi Fondi di solidarietà bilaterali di cui all’art 3, commi 4-47, l. n. 92/2012, e del Fondo di solidarietà per la riconversione e riqualificazione professionale del personale del credito di cui all’art. 2, comma 28, l. n. 662/1996, i caratteri qualificanti e le prospettive evolutive della previdenza c.d. contrattuale (o negoziata), intendendosi per tale quel complesso di pattuizioni, rientranti nel diritto delle relazioni industriali ed operanti nelle maglie lasciate libere dalla legislazione di settore, che sono preordinate alla soddisfazione degli interessi dei lavoratori, in conseguenza di eventi predeterminati che causano la sospensione, la riduzione e/o la perdita dell’attività lavorativa e, più in generale, alla realizzazione di interventi a tutela di bisogni previdenziali socialmente rilevanti.
Silvia Spattini Il funzionamento degli ammortizzatori sociali in tempo di crisi: un confronto comparato
L’obiettivo di contenere l’impatto sociale e occupazionale della crisi dei mercati finanziari ha indotto tutti i paesi europei ad adottare specifiche misure anticrisi, destinate a imprese e lavoratori. L’azione congiunta di tali nuove misure e di quelle preesistenti ha certamente contenuto le perdite di posti di lavoro che avrebbero potuto, altrimenti, essere più consistente. Tuttavia, alcuni paesi hanno gestito meglio di altri l’impatto della crisi sul mercato del lavoro. Pertanto, l’A. si chiede se la marcata difformità di performance degli indicatori di disoccupazione e di occupazione degli Stati europei sia casuale oppure dipenda dalla legislazione vigente in materia lavoro ovvero dalle specifiche misure emergenziali via via adottate dai governi nazionali. L’obiettivo di questo studio comparato è perciò indagare se esistano particolari strumenti normativi e/o politiche occupazionali e del lavoro che abbiano aiutato alcuni paesi europei ad affrontare e reggere alla crisi meglio di altri. All’esito del percorso di ricerca, si prospettano alcune possibili interpretazioni delle diverse capacità di reazione degli Stati membri, non solo attraverso l’individuazione delle misure implementate, ma tenendo in considerazione lo specifico quadro normativo nazionale di riferimento. Inoltre, l’analisi comparata induce a segnalare l’avvio di un robusto processo di convergenza nella combinazione delle politiche per il lavoro, dei sistemi di protezione sociale e della legislazione di tutela del lavoro.
Michele Tiraboschi L’apprendistato in somministrazione nella legge n. 92/2012 di riforma del mercato del lavoro: una occasione mancata
L’A. descrive gli interventi che la legge di riforma del lavoro (l. n. 92/2012 e succ. mod.) ha operato rispetto all’istituto della somministrazione e al ruolo delle agenzie per il lavoro. Prima di analizzare le singole norme, l’A. osserva come, nel complesso, le misure adottate appaiono modeste e in controtendenza rispetto allo sforzo, avviato nel 2003 dalla legge Biagi (l. n. 30/2003 e decreti attuativi), di differenziare a livello concettuale, prima ancora che normativo, il lavoro tramite agenzia dalle tipologie di lavoro c.d. atipico o temporaneo, per farne piuttosto, in linea con le migliori esperienze internazionali, una leva strategica dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro. L’A., dapprima, si concentra sugli interventi della riforma sulla somministrazione di lavoro, al fine di dimostrare come, nell’assimilare in modo grossolano, tanto nelle funzioni che nelle relative soluzioni e tecniche regolatorie, tale istituto al lavoro a termine, abbia inciso, negativamente, sui margini di operatività della fattispecie e, ulteriormente, abbia svilito il ruolo delle agenzie del lavoro nell’ambito delle politiche attive e nei percorsi di formazione e integrazione scuola-lavoro. Tale scarsa attenzione del legislatore della riforma verso le potenzialità della somministrazione si coglie, secondo l’A., anche con riferimento alla disciplina dell’apprendistato, ora qualificato come contratto prevalente di inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Oltre a non cogliere, infatti, l’opportunità di valorizzare e potenziare la funzione di placement dell’apprendistato tramite il concorso delle agenzie del lavoro (si conferma la possi-bilità ammessa dal d.lgs. n. 167/2011 di somministrare apprendisti solo nell’ambito di una somministrazione a tempo indeterminato), la riforma perde l’occasione per indicare con maggiore precisione e certezza la regolazione dell’apprendistato nell’ambito di una missione. Non è in effetti chiara, a legislazione vigente, la modalità di utilizzo dell’apprendistato in staff leasing, con specifico riferimento alle causali e alla parità di trattamento retributivo.
Lilli Casano La formazione dei lavoratori in somministrazione: una comparazione tra modelli nazionali di regolazione
La formazione professionale, in particolare quella continua e permanente, è considerata da tempo in Europa uno strumento indispensabile per affrontare le sfide occupazionali che caratterizzano la realtà contemporanea. L’A. propone una analisi comparativa dei modelli di regolazione della formazione continua per i lavoratori in somministrazione in Europa. In particolare vengono analizzati in dettaglio due sistemi nazionali, quello italiano e quello francese. L’A. esamina la specificità del quadro legislativo/istituzionale, le caratteristiche dei mercati del lavoro e i modelli di disoccupazione, il sistema generale di formazione continua ed il profilo sociale dei lavoratori in somministrazione. Il significato e l’impatto delle misure analizzate, infatti, cambiano in base al contesto e al profilo delle persone coinvolte, ma anche a seconda che prevalga, nella strategia dei policy makers, l’obiettivo di accrescere la competitività delle aziende o quello di sostenere l’occupabilità delle persone in cerca di lavoro o che sperimentano carriere instabili.
Sabrina Chiarelli, Valeria Pietra, Giulia Rosolen La recente giurisprudenza in tema di somministrazione di lavoro
Attraverso l’analisi della più recente giurisprudenza in tema di somministrazione di lavoro, le AA. mettono in evidenza le questioni connesse a tre principali ambiti tematici: le tecniche e le modalità del controllo giudiziale sulla sussistenza delle ragioni legittimanti il ricorso alla somministrazione e la disciplina delle proroghe; le conseguenze della somministrazione irregolare e l’applicabilità o meno alla somministrazione dell’indennità omnicomprensiva prevista dall'art. 32, comma 5, della l. n. 183/2010. L’analisi si apre con una riflessione sul rapporto intercorrente tra la disciplina della somministrazione e la disciplina del lavoro a termine, evidenziando come questi due istituti siano stati in più di un caso sovrapposti dai giudici di merito e legittimità, che conseguentemente hanno utilizzato gli stessi canoni ermeneutici (temporaneità e specificità) per giudicare della legittimità di un contratto a termine e di una somministrazione a termine. L’approfondimento prosegue mettendo in luce il diverso spazio concesso, nei diversi orientamenti giurisprudenziali, all'istruzione probatoria: in alcuni casi la questione attinente alla legittimità o meno del ricorso al lavoro somministrato è decisa su base cartolare, in ragione della ritenuta genericità della causale del contratto di somministrazione, in altri, l'utilizzatore viene ammesso a provare l'effettiva sussistenza delle ragioni addotte nel contratto. In relazione alle conseguenze della somministrazione irregolare, le AA. oltre ad approfondire la tematica dell’imputazione del rapporto danno conto dei diversi orientamenti in tema di applicabilità o meno alla somministrazione dell’indennità risarcitoria omni-comprensiva prevista dall’art. 32, comma 5, l. n. 183/2010. L’analisi si con-clude con un breve cenno alle rare, ma pur sempre dissonanti, pronunce in tema di somministrazione a tempo indeterminato.
Nicholas Bloom, John Van Reenen Perché le pratiche manageriali differiscono tra imprese e paesi?
Gli economisti hanno a lungo dibattuto sulle sorprendenti differenze di produttività fra le aziende e i paesi. In questo contributo viene data evidenza ad una possibile spiegazione delle persistenti differenze di produttività a livello di singola impresa e a livello nazionale. Grazie a un’ampia indagine sulle pratiche manageriali fra imprese, settori e paesi, questo studio dimostra l’esistenza di una forte eterogeneità di management, focalizzandosi su aspetti come il monitoraggio delle prestazioni, la fissazione degli obiettivi e i sistemi di incentivazione. Il paper, dopo aver spiegato la procedura di misurazione delle pratiche manageriali, identifica alcuni andamenti nei dati e analizza la causa della eterogeneità delle pratiche manageriali fra imprese e paesi. I risultati mostrano una combinazione di mercati non perfettamente concorrenziali, conduzione familiare delle imprese, regolamentazioni che restringono le possibilità del management, barriere informative che rendono persistenti le cattive pratiche manageriali.