n. 3/2013

Sito: moodle.adaptland.it
Corso: Diritto delle Relazioni Industriali
Libro: n. 3/2013
Stampato da: Utente ospite
Data: domenica, 30 giugno 2024, 18:20

INDICE


Ricerche: Accordo sulla rappresentanza e rappresentatività del 31 maggio 2013 tra Confindustria e sindacati


FRANCO CARINCI Adelante Pedro, con juicio: dall’accordo interconfederale 28 giugno 2011 al Protocollo d’intesa 31 maggio 2013 (passando per la riformulazione “costituzionale” dell’articolo 19, lettera b, St.)

MAURIZIO DEL CONTE Lavoro, relazioni sindacali e politica industriale dopo l’accordo sulla rappresentanza

MARCO MARAZZA Il Protocollo d’intesa 31 maggio 2013 c’è, ma la volontà delle parti?

MARIA PAOLA POTESTIO Rappresentatività e contrattazione: l’approdo del protocollo del 31 maggio 2013

PAOLO TOSI Il protocollo Confindustria, Cgil, Cisl e Uil del 31 maggio 2013

ARMANDO TURSI  L’accordo del 31 maggio su rappresentanza e rappresentatività per la stipula dei Ccnl: appunti in tema di rappresentatività, legittimazione negoziale, efficacia soggettiva e contrasto agli “accordi separati”

ANTONIO VALLEBONA Rappresentanza: prime osservazioni sul protocollo d'intesa del 31 maggio 2013 tra Confindustria e Cgil, Cisl, Uil


Ricerche: Fisco e previdenza dopo le riforme del Governo Monti

PAOLO PIANTAVIGNA Osservazioni sulle possibili implicazioni fiscali degli interventi della riforma Fornero in tema di autonomia/subordinazione
[abstract]

GUIDO CANAVESI Età pensionabile, prosecuzione del rapporto fino a settant’anni e licenziamento nella riforma pensionistica del 2011
[abstract]

GAETANO ZILIO GRANDI, MAURO SFERRAZZA La tutela del lavoratore nei confronti dell’insolvenza del datore di lavoro
[abstract]


Relazioni industriali e Risorse umane

EMMANUELE MASSAGLI Inflazione e contrattazione salariale: inquadramento storico e prospettive evolutive dell’indice IPCA
[abstract]


Osservatorio di giurisprudenza italiana

PASQUALE PASSALACQUA Contratto di collaborazione coordinata e continuativa a termine, accertamento della subordinazione e discutibile applicazione della disciplina sopravvenuta sull’indennità riconosciuta in caso di conversione del contratto di lavoro subordinato a termine: un eccesso di vis espansiva? (nota a Cass. 30 aprile 2013, n. 10171)

BARBARA DE MOZZI Ancora sull’indennità forfettaria onnicomprensiva nei casi di conversione del contratto di lavoro a tempo determinato, dopo la l. n. 92/2012 (nota a Cass. 7 settembre 2012, n. 14996)

GIOVANNI BATTISTA PANIZZA Accordo interconfederale del 28 giugno 2011 e contrattazione separata nel settore metalmeccanico: tra ordinamento intersindacale e ordinamento statuale (nota a Trib. Roma 13 maggio 2013)

LUCIO IMBERTI La Corte costituzionale (non) si pronuncia sul trattamento economico del socio lavoratore di cooperativa: perdura il conflitto tra i Ccnl Unci-Confsal e i Ccnl Legacoop, Confcooperative, Agci-Cgil, Cisl e Uil (nota a C. cost. 29 marzo 2013, n. 59)

MARIA DEL FRATE Rimedi al licenziamento disciplinare illegittimo e principio di proporzionalità (nota a Trib. Ravenna ordinanza 18 marzo 2013)

NELLY VASCELLO Filiale di impresa italiana negli Stati Uniti ed eccedenza di personale: ordine pubblico ed applicazione della procedura italiana (nota a Cass. 22 febbraio 2013, n. 4545)


Osservatorio di legislazione, prassi amministrative e contrattazione collettiva

GIULIA TOLVE Dall’accordo del settore turismo ai recenti rinnovi contrattuali: la successione di più contratti a termine

MARIA TUTTOBENE Decontribuzione dei salari di produttività 2012: perplessità circa i termini per il deposito dei contratti di secondo livello. Valutazioni giuridiche e gestionali

ROSITA ZUCARO La responsabilità sociale di impresa nell’accordo ABI del 19 aprile 2013
    
Stagisti minorenni e obbligo di visita medica preventiva. Commento all’interpello ministeriale 2 maggio 2013, n. 1


Osservatorio di giurisprudenza e politiche comunitarie del lavoro

SIMONE PIETRO EMILIANI Il lavoratore somministrato “in quanto tale”, quale figura emblematica del “terzo capitalismo” (nota a C. giust. 11 aprile 2013, C-290/12)

GIUSEPPE GIGLIO L’esclusione dell’anzianità di servizio nelle procedure di stabilizzazione dei lavoratori del pubblico impiego (nota a C. giust., ottava sezione, ordinanza 7 marzo 2013, C-393/11)

CARMINE SANTORO La Corte di giustizia si pronuncia sulle verifiche ispettive afferenti alle registrazioni delle presenze dei lavoratori (nota a C. giust. 30 maggio 2013)


Osservatorio internazionale e comparato

NICOLE MAGGI-GERMAIN Il posto della formazione professionale continua nella legge n. 2013-504 sulla sécurisation de l’emploi: il conto personale di formazione

RAFFAELLO SANTAGATA I licenziamenti in Germania: i presupposti di legittimità

Paolo Piantavigna Osservazioni sulle possibili implicazioni fiscali degli interventi della riforma Fornero in tema di autonomia/subordinazione


Le modifiche alla disciplina giuslavoristica introdotte dalla riforma c.d. “Fornero” sono idonee a spiegare effetto anche nel comparto tributario. In particolare, le disposizioni volte a “convertire” retroattivamente i rapporti di natura professionale “mascherati” in relazioni parasubordinate (collaborazione coordinata e continuativa, anche nella forma del lavoro a progetto), ovvero subordinate, non importano (solamente) l’applicazione dei relativi regimi (civilistici) di tutela, ma possono generare inedite conseguenze sul piano fiscale, derivanti dall’assoggettamento a tassazione dei prestatori di lavoro secondo moduli e categorie reddituali diversi da quelli di origine.


Paolo Piantavigna Self-Employment and Salaried Employment after Act No. 92/2012: Possible Implications on Fiscal Policy

The amendments made to Italian labour legislation following Act No. 92/2012 will also have an impact on national tax law. The provisions laid down to retroactively change some working arrangements used in a fraudulent manner – among others, project work and quasi-subordinate employment – will have consequences in fiscal terms, too. This is because there will be a change in the workers’ classification system used to reckon taxes that are due, being that based on different pay levels.

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Guido Canavesi Età pensionabile, prosecuzione del rapporto fino a settant’anni e licenziamento nella riforma pensionistica del 2011


La riforma pensionistica del dicembre 2011 persegue l’obiettivo di rinviare l’accesso alla pensione fino a settant’anni. A tal fine è prevista la facoltà del lavoratore in possesso dei requisiti per la pensione di vecchiaia di optare per la prosecuzione del rapporto di lavoro, fino a tale età e la prosecuzione automatica nel caso di carenza del requisito contributivo minimo. In tale arco di tempo è limitato il potere di recesso del datore di lavoro. Lo studio ricostruisce il campo di applicazione di queste disposizioni con riferimento sia al settore privato sia al settore pubblico, ne analizza gli effetti sulle numerose norme che già prevedono un diritto alla prosecuzione del rapporto e si sofferma, infine, sulle conseguenze di un licenziamento ad nutum illegittimo alla luce della riforma dell’art. 18 Stat. lav.


Guido Canavesi The 2011 Reform of the Pension System: Some Considerations on the 70-year-old Threshold and Dismissal Procedures

The reform of the pension system introduced in Italy in December 2011 intends to raise the retirement age to 70 years. In this sense, those workers who meet the requirements to draw their pension might opt for continuing the employment relationship. Yet the new age threshold must be automatically met in case of non-compliance with the payment of minimum social contributions. During this time-span, the employers’ power to dismiss the worker is limited. In this sense, this paper provides an investigation of the foregoing amendments considering both the public and the private sector. It also examines the provisions already in place safeguarding the right of the workers to stay in employment, focusing on the effects of dismissals which are null and void subsequent to the reform of Art. 18 of the Workers’ Statute.

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Gaetano Zilio Grandi, Mauro Sferrazza La tutela del lavoratore nei confronti dell’insolvenza del datore di lavoro


Tra i destinatari degli effetti pregiudizievoli che ordinariamente si accompagnano ad una situazione di dissesto dell’impresa vi sono i prestatori di lavoro: il saggio affronta, appunto, il tema delle garanzie che il legislatore comunitario e quello nazionale hanno complessivamente pensato per il lavoratore nel caso di insolvenza del datore di lavoro, con particolare riferimento alle prestazioni del Fondo di garanzia per i crediti di lavoro. Si tratta di un’area sulla quale insistono diversi interessi (quelli del lavoratore e quelli di solidarietà ed equità sociale propri di una collettività democraticamente organizzata, anzitutto) e in relazione alla quale l’intreccio tra differenti discipline (diritto del lavoro, diritto fallimentare, diritto previdenziale) appare più intenso che altrove. Gli AA. hanno voluto indagare a fondo questo intersecarsi, a volte confuso, tra corpi normativi di diversa fonte, con l’obiettivo di metterne in luce le problematiche di maggior spessore e le relative soluzioni proposte dalla dottrina e dall’elaborazione giurisprudenziale, alla luce dell’evoluzione normativa in materia. Nell’ambito dei moduli ordinamentali attraverso cui viene garantita al lavoratore la suddetta tutela rafforzata e mediante i quali i rischi dell’insolvenza vengono in qualche modo “socializzati”, lo studio, caratterizzato da un approccio teorico-pratico, dedica particolare attenzione ai presupposti richiesti per l’accesso alle corrispondenti prestazioni previdenziali e alle concrete modalità di esercizio dei diritti riconosciuti ai prestatori di lavoro.


Gaetano Zilio Grandi, Mauro Sferrazza Worker’s Protection against the Employer’s Insolvency

This paper discusses the measures laid down by national and EU legislation to safeguard workers in the event of a company’s insolvency, focusing on the establishment of a special fund (Fondo di Garanzia). This is an aspect which involves different parties – primarily the workers – and considers such values as social equity, the result of a democratically-established community. For this reason, the safeguards provided to workers have also been the subject of different disciplines, viz. labour law, bankruptcy law, and social security law. In this connection, the paper sets out to investigate the complex interconnection of these different branches of the law, with the intention of pointing out the major issues as well as the solutions put forward by relevant case law and legal opinion. By means of an approach which is both theoretical and practical, the paper concludes by focusing on the requirements and the modalities to access this fund.


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Emmanuele Massagli Inflazione e contrattazione salariale: inquadramento storico e prospettive evolutive dell’indice IPCA


Inflazione e contrattazione salariale: inquadramento storico e prospettive evolutive dell’indice IPCA – La produttività è una dimensione essenziale della crescita economica e dell’equilibrio nel mercato del lavoro. La storia delle relazioni industriali italiane dimostra che quando si è perso il nesso tra incrementi retributivi e produttività, considerando il salario una variabile indipendente, si è rallentata la crescita e si è ostacolata la competitività del Paese. L’accordo interconfederale del 22 gennaio 2009 ha introdotto l’indice IPCA come valore previsionale di riferimento per la contrattazione collettiva nazionale. Pur essendo questo indice più adatto a tutelare il potere di acquisto delle retribuzioni rispetto al precedente, il frenetico evolversi della situazione economica nazionale ne ha causato una precoce messa in discussione. Nelle Linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia del 21 novembre 2012 tutte le parti sociali firmatarie hanno concordato che l’IPCA diventi una soglia massima da ponderare con il più generale andamento economico del settore per calcolare gli aumenti salariali contenuti nei rinnovi contrattuali. Invero, lo studio della prassi (i rinnovi dei cinque contratti collettivi di lavoro privato maggiormente diffusi) ha dimostrato che tale indice non è mai stato integralmente utilizzato dai sindacati e dalle associazioni datoriali, ma sempre adattato alle esigenze del tavolo di trattativa, con esiti sempre superiori a quelli calcolabili con la semplice applicazione dell’indice. La regolare pattuizione di incrementi economici più alti del costo della vita è la prima prova della scarsa incisività del secondo livello di contrattazione, che pure è, a parole, incoraggiato fin dal protocollo Giugni del 1993. La difficile situazione economica attuale, però, rende difficile la distribuzione nazionale della produttività locale, per l’effetto paradossale che questa comporta: protegge le aziende sane e affanna quelle con problemi di bilancio. La crisi può quindi diventare l’occasione per alleggerire il contratto collettivo nazionale e responsabilizzare la contrattazione economica aziendale e territoriale.


Emmanuele Massagli Inflation and Wage-setting: Historical Developments and Future Prospects for the HICP

Productivity is an essential component for economic growth and labour market stability. Indeed, an overview of the historical developments in Italian industrial relations points to slow economic growth and competitiveness if the nexus between salary increases and productivity is neglected on the assumption that pay is an independent variable. The Interconfederal Agreement of 22 January 2009 has introduced the Harmonised Index of Consumer Prices (HICP) to be employed for predictive purposes in national collective bargaining. The HICP is intended to safeguard the salary purchasing power parity, yet the rapid changes in national economy have led many to question its effectiveness. The signatories to the agreement on productivity and competitiveness in Italy of 12 November 2012 (Linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia) stressed the need to refer to the HICP as a threshold to be considered alongside the general economic trend at the time of calculating the salary increases in new collective agreements. Yet past experience – more specifically the five most recent major collective agreements – has shown that the HICP has never been fully implemented by employers’ associations nor by trade unions. Rather, it has been adjusted upward during the negotiation process, thus causing its value to be higher than that arrived at from its simple application. Consenting to wage increases which are higher than the cost of living is further confirmation of the weakness of decentralized bargaining and the failure to encourage this level of bargaining since the conclusion of the 1993 Giugni Protocol. The complex economic situation faced by Italy does not allow for an even distribution of the productivity gains, for, yet paradoxically, this move would help profitable companies while penalizing those with financial problems. The economic crisis might thus serve as an opportunity to review the national industrial relations system, for instance by giving priority to decentralized bargaining over national one.


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