n. 3/2017
Gaetano Sateriale Ripensare la contrattazione
Con la polarizzazione del mercato del lavoro e la diffusione di forme di lavoro precarie, la tradizionale capacità del sindacato di produrre benefici generali a partire dalla rappresentanza dei lavoratori intermedi è venuta meno. Queste tendenze mettono in discussione le categorie più classiche della contrattazione. Il sindacato, che è ancora capillare e radicato, ha oggi bisogno di allargare la propria rappresentanza dai lavoratori ai cittadini, in un’ottica di rappresentanza generale, perché sfuma il confine tra lavoro e non lavoro e tra diverse forme di lavoro. La contrattazione sociale territoriale, per il momento svolta soprattutto dal sindacato dei pensionati, contiene interessanti sperimentazioni - dal “delegato sociale”, ai servizi di assistenza individuale, alla contrattazione programmatica regionale. Essa, coordinandosi con la contrattazione sul lavoro, potrebbe costituire un nuovo perno della contrattazione di respiro confederale, capace di dare tutela alle persone nei percorsi lavorativi e in particolare nelle fasi di transizione tra diversi lavori. Per realizzare “inclusione” è necessario estendere l’ombrello delle tutele dal contesto del lavoro a quello urbano del welfare di cittadinanza. Il sindacato dovrà quindi essere più confederale e meno categoriale, più contrattuale e meno politico, più sociale e meno industriale, più decentrato e meno centralista, più inclusivo e meno autosufficiente, più necessariamente unitario.
Gaetano Sateriale Rethinking Collective Bargaining
Due to job polarisation and precarisation, the ability of Italian trade unions to generate better conditions for all starting from the representation of the middle-income workers has gone. These phenomena are challenging the traditional structure of collective bargaining and its tools. Italian trade union, which is still deep-rooted in society, nowadays needs to extend its range of action from labour to citizen, because boundaries between work and non-work, and among different kinds of work, are less and less clear. Social bargaining at the local level, nowadays performed mainly by retired people’s union, could be a new pillar of trade union’s action, built around a general goal and with the confederation being at the core of representing labour (and non-labour) today: it could be the right organisational form in order to help people in times of transition among different jobs and to address general issues such as youth unemployment. In order to achieve a real inclusion, it’s necessary to extend protection from labour only to the local welfare for all citizens. The trade union must be more confederal and less sectorial, more bargaining and less political, more social and less industrial, more decentralised, more inclusive and more allied with other actors, indeed more united.