Bruno Scuotto La formazione nell’era dell’innovazione continua e il modello Fondimpresa

La formazione continua è finalmente una necessità riconosciuta da tutti. Solo con l’aggiornamento costante e mirato delle competenze si assicura lavoro qualificato, stabili livelli occupazionali e competitività per le imprese. Le sfide si ampliano, vanno quindi confermati e potenziati gli strumenti che hanno già dimostrato di essere all’altezza del compito durante la difficile e lunga crisi.
Fondimpresa, in questi anni, ha puntualmente dimostrato di saper trovare soluzioni adatte a scenari di cambiamento anche divergenti tra loro. Di fatto, il caso Fondimpresa è l’esempio più ingente di politiche attive del lavoro realizzato durante gli anni della recessione. Verrebbe da dire, anzi viene da dire: modello che vince non si cambia, anzi, si potenzia e si diffonde ulteriormente. La scelta più logica, dettata dalle esigenze reali e dai risultati ottenuti sul campo, è che le iniziative virtuose di un singolo Fondo, per quanto importante, diventino un vero e proprio modello, esplicitato e disponibile, che veda la piena collaborazione di tutti i soggetti ma in complementarietà di azione, con piena autonomia delle parti. Solo allora la regina delle politiche attive, la Formazione, potrà dare risalto sul territorio alle enormi capacità inespresse che la crisi reprime.



Bruno Scuotto Continuing vocational training in the age of continuous innovation and the mod-el of Fondimpresa

Continuing education has finally become a top priority recognised by all. Only a constant and targeted upgrading of professional skills can ensure qualified work, lasting levels of employment, and competitiveness for companies. As challenges increase, those instruments which have proven to be effective during the last long and hard crisis should be confirmed and further enhanced. In these last years, Fondimpresa has constantly proven its ability to find appropriate solutions in constantly changing scenarios, sometimes even diverging ones. Actually, Fondimpresa is probably the best example of implementation of active employment policies in the years of recession. Probably – or, maybe, certainly - a winning model should not be changed but, rather, enhanced and further disseminated. The most rational decision -based on real needs and evidence – would be to transform the virtuous initiative of an individual (yet very important) Fund into systematic, regulated and available action, based on the full cooperation of all stakeholders, acting in a complementary way yet fully independently from each other.. It is only then that training – the “queen” of active policies – may release the huge unexpressed potential that crisis repress.

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