GIULIA CASSANO

Quando il giudizio di proporzionalità salva i controlli difensivi occulti: Corte europea dei diritti dell’uomo e Corte di Cassazione a confronto

Obiettivi: passando in rassegna la giurisprudenza, anche recentissima della Corte di Cassazione, l’A. si propone di verificare lo spazio lasciato ai controlli datoriali occulti nell’ordinamento, anche alla luce della spinta della Corte europea dei diritti dell’uomo, valutando se il principio di proporzionalità può costituire uno strumento utile alla legittimazione di tali controlli. Metodologia: analisi della dottrina e della giurisprudenza, sia nazionale che della Corte europea dei diritti dell’uomo. Risultati: il contesto analizzato mostra che la giurisprudenza – sia nazionale che della Corte europea dei diritti dell’uomo – è incline ad utilizzare il principio di proporzionalità quale strumento per ritenere ammissibili i controlli datoriali posti in essere al di fuori dei limiti di legge. Limiti e implicazioni: l’A. mette in evidenza come tale approccio non possa essere percorribile nell’ordinamento italiano, ove il potere di controllo soggiace a precisi limiti di legge. Tale considerazione vale sia in relazione ai controlli a distanza ex art. 4, l. n. 300/1970, anche successivamente alla modifica del 2015, sia in relazione ai controlli tramite agenzie investigative, per cui si rileva una lacuna legislativa. Originalità: l’articolo offre un’analisi aggiornata del tema dei controlli datoriali occulti, valorizzando il ruolo del principio di proporzionalità nella giurisprudenza sia nazionale che della Corte europea dei diritti dell’uomo che ne ammette l’ammissibilità.

Parole chiave: potere di controllo, controlli occulti, controlli difensivi, principio di proporzionalità, tutela del patrimonio aziendale, controlli a distanza, agenzie investigative, Corte europea dei diritti dell’uomo.

 

When the Principle of Proportionality Saves Employer’s Hidden Defensive Controls: European Court of Human Rights and Court of Cassation in Comparison

Objectives: by reviewing the case law, also very recent, the A. aims to verify the space left to hidden employer controls in the system, also in the light of the decisions of the European Court of Human Rights, assessing whether the principle of proportionality may be a useful tool in legitimizing such controls. Methodology: analysis of doctrine and jurisprudence, both national and of the European Court of Human Rights. Results: the context analysed shows that the courts – both national and the European Court of Human Rights – is inclined to use the principle of proportionality as a means of deeming permissible employer controls put in place outside the limits of the law. Limits and implications: the A. highlights how this approach cannot be followed in the Italian legal system, where the power of control is subject to precise legal limits. This consideration applies both in relation to remote controls pursuant to Art. 4, Act No. 300/1970, even after the 2015 amendment, and in relation to controls through investigative agencies, for which there is a legislative gap. Originality: the article offers an up-to-date analysis of the issue of hidden employer controls, highlighting the role of the principle of proportionality in both national and European Court of Human Rights’ jurisprudence admitting its admissibility.

Keywords: power of control, hidden controls, defensive controls, principle of proportionality, protection of corporate assets, remote controls, investigative agencies, European Court of Human Rights.

 

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